Il 25 ottobre, nelle sessione plenaria del parlamento europeo, sara’ discusso il rapporto sulla criminalita’ organizzata presentato dalla Commisione liberta’ civili, giustizia e affari interni che e’ stato presentato ieri a Strasburgo da Sonia Alfano (Idv) ed approvato all’unanimita’ con 49 si e 2 astenzioni.
Il rapporto prevede l’estensione del reato di associazione mafiosa, per ora presente solo in Italia, a tutti i paesi della Comunita’ ma soprattutto prevede l’istituzione di una commissione parlamentare antimafia europea. Se il 25 ottobre approvera’ il rapporto la Commissione dovrà essere istituita entro tre mesi e gia’ dopo sei mesi dovrà presentare i primi risultati su “le organizzazioni criminali che operano attraverso le frontiere e sulle appropriazioni di fondi pubblici e le contaminazioni dell’economia legale e del sistema finanziario” europei.
Fenomeni oramai di importanza fondamentale nell’economia europea e che, nella scorsa primavera, erano stati denunciati, proprio al Parlamento Europea dal Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso.Un’altra richiesta, contenuta nel rapporto, e’ l’istituzione della Procura europea, che integri la Corte europea di giustizia, potenzi Eurojust, l’agenzia antifrode Olaf ed Europol, con particolare attenzione alla criminalità organizzata transnazionale.
E proprio sul crimine organizzato Transcrime, il centro interuniversitario sul crimine organizzato dell’Universita’ Cattolica di Milano e dell’Universita’ di Trento, ha recentemente presentato a Budapest i risutati preliminari di un’analisi esplorativa sull’evoluzione del fenomeno negli ultimi dieci anni con particolare riferimento alle confische dei beni in Italia. Il professor Ernesto Savona, presidente di Transcrime, parla del rapporto come di una base importante di discussione all’interno del Parlamento ma pone qualche perplessita’ per un’approvazione in breve tempo.
L’argomento e’ in effetti ancora di difficile assorbimento da parte di molti Stati anche se come dice la dottoressa Anna Canepa, magistrato della Direzione Nazionale Antimafia, “Questo rapporto e’ un atto di grande consapevolezza, un passo avanti per la lotta al crimine organizzato. Finalmente si e’ preso coscienza che il fenomeno non e’ solo italiano, e del Sud in particolare. Adesso se si arrivera’ ad una Commissione Europea Antimafia essa dovra’ vigilare, essere uno stimolo ed un osservatorio e rifuggire dal diventare una delle tante istituzioni. Solo allora servira’ veramente”.
Sicuramente un passo avanti, sicuramente una presa di coscienza e la volonta’ di uniformare leggi e tipologie di intervento. Un impegno forte che deve essere portato avanti da tutti i governi altrimenti corriamo il rischio di trovarci di fronte a situazioni contraddittorie come ricorda l’On.le Laura Garavini, capogruppo del PD in Commissione Antimafia ed eletta a Berlino “Sulla confisca dei beni, per esempio, la Germania ha promulgato una legge che permette la confisca sul proprio territorio relativamente a procedimenti in corso in altri Paesi. L’assurdo e’ che proprio il nostro Governo non ha recepito la normativa quadro europea che ha inserioto questa nuova opportunita’ ”
Come dire: una lotta alla mafia a fasi alterne.
Un altro punto nodale, e di scottante attualita’, del rapporto presentato ieri e’ “l’impegno a stabilire norme per assicurare l’incandidabilità di persone condannate per reati di partecipazione a organizzazioni criminali o commessi nell’ambito delle stesse compresi i reati di favoreggiamento e corruzione”, chiedendo agli stati membri di stabilire norme analoghe per le elezioni nazionali. Un impegno che,forse, non sara’ accolto con molta facilita’.
(pubblicato su www.malitalia.it e su www.lindro.it)