Ieri il meccanico sotto casa sbuffava un po’ “Qui la macchina se la tengono in pochi. Ma lo sa quanto costa vere una macchina oggi tra benzina ,assicurazione e bollo? E se fai un incidente sei fritto. Meglio non averla”. E e deve aver ragione lui se proprio questa mattina esce un’inchiesta di Repubblica che dice che in Italia la gente è tornata ai mezzi pubblici. Incidono il prezzo dei carburanti, il costo delle assicurazioni, l’euro debole, ma anche l’inquinamento atmosferico, stanno mutando le nostre abitudini che siamo una nazione dove circolano ben 35 milioni di veicoli. E si registra un boom di abbonamenti ad autobus e metro che rasenta il 30% rispetto al 2010. Cosa succede a questo popolo di automobilisti? La crisi mette in evidenza costi che prima, bene o male venivano sopportati o comunque venivano considerati necessari per la propria vita. La battaglia sui costi assicurativi però non nasce da adesso. Ed è una protesta che in alcuni casi mette insieme agenti assicurativi e associazioni consumatori che lanciano una petizione popolare che parte da un dato estremamente preoccupante, dal 1994 al 2010 le tariffe RC auto sono aumentate del 173% .con un divario enorme tra Nord e Sud.
“Adiconsum – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum -chiede ad Ania di ridefinire congiuntamente con le associazioni consumatori il sistema Rc auto ormai non più accettabile soprattutto in una situazione di crisi economica quale quella attuale.”
Intanto un’indagine di SNA (Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione) punta il dito sulle compagnie assicurative che si sarebbero associate in un cartello,” per ostacolare lo sviluppo di una reale concorrenza a vantaggio dei consumatori, tramite l’abbandono progressivo del territorio (dal 1997 al 2009 si sono persi posti di lavoro per circa 2.200 agenti e quasi 4.000 agenzie), il contrasto alla diffusione del plurimandato e, di conseguenza, l’ostacolo all’ingresso nel nostro Paese di altre imprese estere”.
“Da un lato il costo delle polizze lievita in modo spropositato” ha detto Giovanni Metti, Presidente Sna – Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione, “al punto che le associazioni consumeriste confermano rincari del 173% dal 1994 ad oggi e la comparazione del premio medio in Italia fotografa cifre doppie rispetto a quanto viene pagato in Germania, Francia e Spagna. Dall’altro, l’indagine condotta con IAMA Consulting rivela che negli ultimi 12 anni il numero di agenti ed agenzie è notevolmente calato, con una riduzione rispettivamente del 9,5% e del 21,9%. Significa che dal 1997 al 2009 si sono persi posti di lavoro per circa 2.200 agenti e si sono chiuse quasi 4.000 agenzie, con indicatori che anche per il 2010 portano a pensare ad un’ulteriore contrazione”.
La SNA e le associazioni dei consumatori mettono poi evidenziano un dato sociale importante e cioè le frodi e le speculazioni nel settore. L’obiettivo, per tutti, è tutelare tutti i clienti e gli assicurati italiani “dalla morsa nella quale le imprese li hanno stretti, tra aumenti tariffari a due cifre, prezzi che lievitano del +12% nel 2010 e di altrettanto nel 2011, disdette in massa che li costringono a sottoscrivere ogni anno nuove e più costose polizze assicurative, continue liberalizzazioni di portafoglio gestito dagli agenti che trovano crescente difficoltà di collocazione sul mercato.£
Questa emergenza si concretizza poi nel fatto che molti non riuscendo più a pagare la propria polizza auto decidono di violare l’obbligo assicurativo diventando quini un pericolo ed un ulteriore costo per la società. Le stime parlano di circa 3 milioni auto circolanti prive di coperture assicurative.
E la SNA si unisce alle associazioni dei consumatori “Proprio per continuare a dare un segnale chiaro e responsabile, lo SNA – conclude Giovanni Metti – intende perseguire azioni a salvaguardia dei diritti violati dei consumatori e degli agenti, con il sostegno delle maggiori sigle consumeriste e delle istituzioni del nostro Paese. La raccolta delle 500.000 firme ci conferma che non possiamo non agire. L’obiettivo primario rimane quello di ricondurre l’Ania ad un tavolo con tutte le parti per trovare insieme risoluzioni concrete in favore dei consumatori e degli agenti.”
Intanto l’emendamento all’articolo 32 del testo sulle liberalizzazioni prevederebbe una tariffa unica per gli automobilisti virtuosi Per le classi di massimo sconto, a parità di condizioni soggettive ed oggettive, ciascuna delle compagnie di assicurazione deve praticare identiche offerte”. E cioè si pagherà lo stesso prezzo da Nord a Sud. L’emendamento sarà legge ma intanto SuperMoney,un sito di comparazione di tariffe assicurative e non solo, ha provato a confrontare il prezzo dei premi assicurativi di quattro tra le maggiori compagnie in Italia per scoprire quali sono le differenze.
La riportiamo in breve . Basandosi su un assicurato tipo da oltre 5 anni in prima classe di merito si vede che le differenze sono notevoli. E’ stata fatta una comparazione tra 4 compagnie online (che dovrebbero essere quelle più concorrenziali). E così abbiamo dati che vanno da un minimo di 298 euro a Milano a un massimo di 1195 a Napoli. In media “il guidatore-tipo che risiede a Roma spende “ingiustificatamente” circa 109 in più di quello che vive a Milano. La situazione peggiora ulteriormente per l’automobilista napoletano, che si vede mediamente aumentare il premio di circa 629 euro rispetto a quello romano e di addirittura di 738 euro rispetto a quello milanese.”. Secondo le compagnie ciò è dovuto alla maggiore sinistrosità del meridione ed ad un’elevata incidenza delle truffe assicurative. La conclusione dell’indagine dice che “Il rischio è infatti che si tenda a un effetto al rialzo dei premi, che potrebbero andare ad allinearsi con quelli meridionali. Con un risultato peggiorativo per gli automobilisti del Nord e un sostanziale nulla di fatto per quelli del Sud.”
Concludiamo con l’appello di Pietro Giordano di Adiconsum che dice “Ribadiamo che la strada è quella della negoziazione e di un Avviso comune da presentare al Governo Monti per una ridefinizione del “sistema rc auto”. Non si può continuare a “foraggiare” centinaia di avvocati che continuano a lucrare sulle disgrazie dei cittadini; non si può continuare a pagare a piè di lista le colpe e le frodi altrui. All’Ania e alle compagnie di assicurazione diciamo che è necessario intraprendere con decisione anche la strada della conciliazione paritetica, che elimina ulteriori spese ai consumatori e solleva la giustizia pubblica inondata da migliaia di cause.
(pubblicato su www.lindro.it)