Quando gli investimenti sono “in vetrina”

Questo è il Paese degli sprechi, delle lentezze, della burocrazie delle ombre più che delle luci. E ancora di più se si parla di finanziamenti pubblici, di capire che fine fanno e come vengono spesi.
Centinaia di progetti, 467,257, quelli monitorati dalla struttura del Ministro Barca che ha messo in rete, per la prima volta,un report completo su 33,4 miliardi di euro di finanziamenti per 35019 soggetti attuatori ( che vanno dalle autoriparazioni alle grandi officine). Sono suddivisi per natura,temi e territori. Uno specchio della nostra Italia ma soprattutto la possibilità di conoscere cosa succede dei soldi che ci arrivano dalla Comunità Europea. Ci fa conoscere chi li utilizza di più e come ( opencoesione.gov.it).
“Ci sono 3 mondi da guardare :le cose fatte, dove e da chi” dice il Ministro Fabrizio Barca ed è per questo che ha voluto mettere in rete tutte le informazioni che prima al Dipartimento e oggi al Ministero ha raccolto con i suoi collaboratori.
“Sicuramente mancano ancora delle cose. Una certamente non c’è ed è quale è stata la ricaduta dei progetti sui territori. Quale è l’obiettivo che volevano raggiungere. Cioè se questi progetti e la loro realizzazione hanno migliorato,inciso nella vita dei cittadini. Perché se costruiamo un ponte, un ospedale, una scuola o facciamo corsi di formazione dobbiamo sapere come e quanto hanno o possono modificare la vita delle persone. E alcune informazioni che sembrano mancanti dipendono anche dal fattore che alcuni attori sono a forte esclusione sociale.”
Il concetto di risultato atteso è stato introdotto nella programmazione europea solo negli ultimi tempi e sarà applicato nei progetti del 2014-2020. Insomma una vittoria di Italia, Gran Bretagna e Polonia che si sono battute perché questo meccanismo, del risultato atteso, sia presente nelle progettazioni e rendicontazioni future . E il Ministro insiste sul concetto che i progetti devono essere valutati anche in funzione del miglioramento della vita degli abitanti dei territori. Su come incidono sull’infanzia, sulla terza età,sulle famiglie. Un’attenzione al sociale che più volte viene ribadita e sottolineata dal Ministro.
“I dati ci aiutano a leggere meglio il Paese e per esempio al Nord c’è una maggiore frammentazione dei progetti rispetto al Sud. Il risultato atteso di questa nostra iniziativa è alzare il livello delle critiche informate. Far si che si possa interagire. Il prossimo passo è allargare i progetti anche a quelli finanziati dal CIPE, i progetti per le scuole, le frane , e quindi la possibilità di vedere se le opere annunciate saranno poi veramente realizzate. Un a cosa in più da fare sarà fotografare e mettere in rete gli stati avanzamenti lavori e lo potranno fare anche i cittadini e inviare al Ministero i loro scatti. L’idea è che tu passi più volte su un cantiere della Salerno Reggio e scatti più foto che segnano il progresso o meno del lavoro. Bisogna abbattere la distanza tra l’Amministrazione e la gente. Questa operazione sembra eccezionale ma dobbiamo capire che negli altri paesi europei lo stato di conoscenza dei progetti realizzati è simile alla nostra. La differenza è che negli altri Stati la distanza che noi vogliamo colmare è molto ridotta. C’è maggiore chiarezza alla base. Dobbiamo spingere le amministrazione a fare una gara non per chi spende di più ma per chi migliora di più la vita dei propri cittadini. E a ottobre sperimenteremo questo controllo diretto con il restauro di Pompei”.
Ma mentre parliamo di chiarezza, trasparenza e di fondi europei la UE ha bloccato 600 milioni di fondi per la Sicilia. E allora? ” Vuol dire che c’è in atto una procedura di sospensione. Già la Sicilia aveva avuto una sospensione dei Fondi FSE sbloccata due mesi fa. Il problema è nelle rendicontazioni.”spiega il Ministro.
Indubbiamente ascoltandolo ma soprattutto “mettendo le mani “ in opencoesione.gov.it si ha l’idea di una svolta epocale rispetto alla trasparenza nella gestione dei finanziamenti e soprattutto sembra la prima mossa dello scardinamento “del potere di rendita”, costituito dall’accesso esclusivo, di molti amministratori o tecnici.
Barca è un “tecnico” che però ha fatto una scelta politica di lungo respiro. Difficile credere che tutto ciò sia possibile ma come dice il Ministro lui metterà le basi ma poi saranno altri a dover continuare e implementare questo lavoro. Ma “opencoesione” quando sarà in mano ai politici di professione sarà abbandonato? D’altra parte il precedente governo aveva ridotto drasticamente i fondi per gli “obiettivi di servizi” come quelli all’infanzia agli anziani.
Rimane però il dubbio che anche opencoesione non riesca a cambiare gli investimenti di aziende come Trenitalia per la quale ancora veramente esistono due Italie. Opencoesione non ridistribuirà ricchezza ma forse i cittadini si sentiranno più impegnati a conoscere ciò che accade nelle proprie realtà e forse servirà anche agli attori sociali (come sindacati,Confindustria,Caritas…..) ad essere più preparati e più attenti quando si presentano ai tavoli di concertazione.

(pubblicato si www.malitalia.ie e malitalia.globalist.it)