La bambina e la tromba

Nell’Italia della crisi, quella in cui si muore di fatica per riportare a casa il pane per i figli. Nell’Italia povera, descritta dal Censis, che tutti noi abbiamo sotto gli occhi ogni giorno. Nell’Italia che va al Monte dei pegni o ai Compro Oro a vendere tutto quello che ha. In questa Italia martoriata e sacrificata dalla politica che non ha saputo guidare il Paese nella crisi. Che ha abbandonato il governo quando non sapeva che fare e non aveva la forza di prendere decisioni drastiche. Beh in questa Italia da depressione mi è venuta incontro una figurina minuta. Una bambina di 11 anni, di Sassari.Capelli lunghi, lucidi, forti.Un visetto vispo, due occhi che ti scrutano. Timida poche parole e con una passione: suonare la tromba!
A vederla penso che lo strumento è più grande di lei. E mi chiedo dove troverà il fiato per suonare. Eppure lei non fa motto.Ti guarda, sa ciò che vuole. Lo sapeva a tre anni quando ha iniziato a suonare nella banda musicale. Suonava il tamburo poi un Natale chiese a Babbo Natale una tromba come regalo. E fu subito amore. Da tre anni è stata ammessa al conservatorio della sua città, che vanta anche un’orchestra giovanile.
Ma la sua storia è anche la storia della sua mamma, lasciata sola quando il suo compagno ha saputo che era rimasta incinta. Una donna dolce,che lavora in un’azienda agricola per sostenere loro due. Quando l’ho incontrata la prima cosa che mi ha colpito sono state le sue mani: da lavoratrice, spaccate dal freddo. Eppure dignitosa. Segue la figlia con gli occhi ma quando si esibisce si allontana, per pudore per l’emozione troppo forte di vedere quella ragazzina in scena.
Una vita fatta di stenti che capisci dietro a qualche parola. Lei ti dice che la piccola ama la musica perché quando era incinta non dormiva e di notte girava in macchina sempre con la radio accesa.
Vivere in Sardegna, terra dura e di venti,non è facile soprattutto oggi dove il lavoro manca, dove le fabbriche chiudono. E dove sono più le donne a lavorare, a sacrificarsi, a tenere duro.
E Egidia e Jasmin sono l’esempio di una terra che non si arrende e di donne che non hanno paura di battersi per un loro sogno.