Il Papa che verrà

Certo per molti occuparsi del Papa e della sua elezione non è sostanziale, anche se forse questa elezione passerà alla storia, così come le dimissioni di Papa Ratzinger.
Per molti nel 1294 non fu importante la “fuga” ( come fu chiamata) di Celestino V. Ma allora non c’era la mondovisione. E’ interessante parlare della Chiesa e del Vaticano solo quando ci leghiamo agli scandali IOR o Vatileaks….quando insomma il Vaticano ci serve per fare lo scoop.
Ma cosa è il Vaticano, chi raccoglie a quale mondo si rivolge? Lo sappiamo esattamente? Chi sono le persone che in questi giorni si recano in Piazza San Pietro per attendere la fumata bianca?
Tv, giornali e radio di tutto il mondo sono posizionati dall’inizio di Via della Conciliazione sino alla piazza. Tutti raccontano un punto di vista, un aspetto. Anche e soprattutto quelli che non credono nella Chiesa cattolica.
Perché non bisogna essere credenti e osservanti per capire che siamo in un passaggio nodale. Mentre a New York il prossimo candidato sindaco è una donna, lesbica, qui a Roma 115 cardinali uomini ed abbastanza in là con l’età decidono, con un rito arcaico ed immutato da circa 2000 anni, chi sarà il nuovo Papa che sarà il capo spirituale di oltre un miliardo di persone ( cioè gli appartenenti alla chiesa cattolica , rappresentanti circa la metà dei 2,1 miliardi di cristiani nel mondo e il 17,3% della popolazione mondiale). Sarà il capo di una piccola fetta di mondo ma con risvolti e ricadute che, in un modo o nell’altro, riguardano tutti.

Un collega di una tv americana texana dice che il nuovo Papa non può essere americano perché l’America ha già tanto potere nel mondo. La corrispondente di Al Jazeera England ci spiega perché il mondo arabo sia così fortemente interessato a questo evento.
D’altra parte dobbiamo ricordare come e quale fu l’importanza di Wojtyla nella caduta del muro di Berlino e nell’evolversi della politica di Gorbaciov.
Il mio amico, Alceste Santini per anni vaticanista dell’Unità, uomo certamente laico mi ha trasmesso la necessità di conoscere questo mondo per poi addentarmi nei meccanismi dello IOR e del mondo “occulto” legato al Vaticano. Nel 1997 , a New York, ho avuto modo di conoscere uno dei quei monsignori legati a Marcinkus ( e quindi a Calvi,Ambrosoli, Sindona) mandato “in esilio” in una grande parrocchia sul fiume Hudson, dove tra i parrocchiani aveva i Rotschild. Un monsignore che non ha mai conosciuto l’indigenza, anzi . Amico dell’allora cardinale di New York, ‘O Connor, alle prese con i primi scandali di preti pedofili. Scandali che insieme agli intrecci finanziari ( e con il crimine organizzato) hanno portato Ratzinger ad un gesto estremo per un Papa: le dimissioni. Per molti solo una vittoria della curia e di alcuni cardinali che si sarebbero così tolti una spina nel fianco, per altri una veduta più ampia, un gesto di rottura che obblighi tutti a riflettere.
Un giovane prete, dall’accento marchigiano, dice “ci vuole aria nuova, un Papa che sappia governare la curia…Scola è bravo, lo leggo spesso ma troppo vicino a Comunione e Liberazione…..il brasiliano forse o anche il cardinale di Boston ma di Papi frati non ce ne sono più dal 1500…sarebbe un vero segnale”. Un cardinale che ha venduto tutti i beni della Chiesa per ripagare le vittime di abusi. Uomo di grandi capacità ma forse troppo lontano dal potere temporale della Chiesa perché la fede è come il potere più ne hai e più ne vuoi.