Italia allo specchio

Adesso vogliono spostare i Ministeri al Nord. E si deposita , in Cassazione, una proposta di legge di iniziativa popolare da parte di un ministro che potrebbe semplicemente presentarla in Parlamento.
Un Paese in frantumi che per anni ha parlato di seconda repubblica, di bipartitismo, di innovazione e chi più ne ha più ne metta. E invece siamo al baratro.
Politici che agiscono come nei peggiori momento del pentapartito. Partitini e correnti che nascono ogni giorno. Un governo che si regge con gli scambi di favori a questo o quello a secondo di chi tira di più la giacca. Oggi i Responsabili domani la Lega. Con un Presidente del Consiglio che pur di non mollare ( perché mollare vorrebbe dire perdere tutto e il fantasma di Craxi , che probabilmente gli appare quasi tutte le notti , glielo ricorda) accetta, briga, si divincola come può.
Intanto l’Italia sprofonda sempre più nei debiti, nella disoccupazione, nelle cricche che si dividono appalti e posti eccellenti. Sprofonda sempre più nel “familismo amorale” per cui è importante salvaguardare la propria famiglia. Uno stile di vita legato più al crimine organizzato e al Sud ma che oggi dilaga in ogni parte d’Italia, senza nessuna distinzione.
31 miliardi di bollette non pagate. Perché non si arriva a fine mese, perché ci sono piccoli imprenditori e/o professionisti che vengono pagati da Enti Pubblici, ma anche privati, con ritardi che superano i 18 mesi. Perché si vive di lavori precari che si rinnovano, quando va bene, di tre mesi in tre mesi. Perché se hai sopra a 45 anni e sei fuori dal mondo del mercato non ci rientrerai più ( e questo ti fa accettare qualsiasi compromesso o sopruso pur di lavorare). Un esempio in Sardegna. Un piccolo imprenditore doveva ricevere ,da un’Ente , una cifra pari a 70 mila euro nel 1998. Il mancato incasso lo ha portato a tardare i pagamenti delle tasse. Oggi lo Stato vuole da lui 400 mila euro, che non ha e per questo gli ha pignorato tutto (casa, macchinari etc.). Altro esempio un precario ( che sia in un call center come in una grande azienda televisiva) deve accettare di lavorare per 600/800 euro lorde mese e se si azzarda a recriminare è fuori dal giro tanto, come viene ripetuto ad ogni piè sospinto, “se rifiuti fuori c’è la fila”. E così si abbassa la qualità del lavoro e della vita di ognuno.
Intanto i giovani disoccupati hanno raggiunto il 30% .Mentre si sprecano soldi perché non si accorpano elezioni e referendum, perché si presenta un decreto legge che cerca di fermare un quesito referendario e si costringe così a ristampare 50milioni di schede. Perché si vogliono decentrare i ministeri duplicando le spese. Perché c’è chi per andare dal parrucchiere usa la macchina blu mentre nelle scuole si tagliano le ore di sostegno. Perché un programma televisivo costa oltre un milione di euro e poi viene chiuso ma poi nelle redazioni bisogna fare economie sui collaboratori perché non ci sono i soldi. Perché si dovevano abolire le province per risparmiare ma sono sempre lì e anzi si moltiplicano le poltrone ( vedi per esempio l’Agenzia per i Beni Confiscati che doveva avere la sola sede di Reggio Calabria e invece se ne prevedono anche a Roma e Palermo e magari anche a Milano). Perché per ricostruire una città colpita dal terremoto si costruiscono case “provvisorie” che costano oltre i 2500, 00 euro al metro quadrato. Mentre si potrebbe dare una mano alla giustizia con un accorpamento delle sedi giudiziarie ma come disse il Ministro della Giustizia, Angelo Alfano, “non si può presentare una legge di questo tipo capite perché molti sono i deputati eletti nei vari distretti giudiziari”.
Ecco perché questo paese non cambierà mai: perché tutto si fa in funzione dei voti che si prendono.

(pubblicato anche su www.malitalia.it)