Lettura della settimana: L’Aquila 1971

Il 2 gennaio sono stata a L’Aquila per vedere cosa rimane di quella città, cosa succede in quel luogo della memoria a me tanto cara.
Passeggiando lungo i portici , intravedendo da un lato Piazza Sallustio mi sono tornate in mente le parole che ho letto in un libro che parla di una città di 40 anni fa, quando lì ,proprio in quella piazza, e in una palazzina che li si affaccia si prendevano decisioni su quella che era la lotta per il Capoluogo, tra L’Aquila e Pescara ( come d’altra parte stava succedendo anche in Calabria).
Questa estate, Claudio Petruccioli, ex Presidente della RAI, ma soprattutto colui che fu commissario della Federazione del PCI in Abruzzo in quegli anni,i ha presentato il suo libro “L’Aquila 1971” che ripercorre quei giorni.
Ricorda il suo arrivo nel luglio del 1969, i due anni vissuti in Abruzzo girando con una 1100 celeste. I treni da noi in Abruzzo non hanno mai funzionato. Ricorda la difficoltà di scegliere tra L’Aquila, che vive della storia e nella storia, e Pescara, vitale ma senza passato e per questo affamata di futuro.
Il libro scorre tra i racconti delle giornate, delle posizioni del partito e nella descrizione dei personaggi ma anche del paesaggio di un Abruzzo diviso tra mare e montagne, tra brodetti e “scrippelle m’busse”. Insomma Petruccioli dà vita ad un ritratto che non è solo politico. Coglie l’anima dei luoghi e delle persone.
Come nella descrizione dei disordini “a L’Aquila ci sono subbugli….sembra ci siano violenze contro le sedi dei partiti.Anche sotto la nostra federazione ci sono degli assembramenti. Dentro ci sono molti compagni a cominciare da Federico Brini. Parlo anche io con L’Aquila. Dall’altro capo del telefono c’è Giuliana Valente……era una donna autonoma e conscia di sé, faceva parte del Comitato Centrale, un organismo non alla portata di chicchessia”.
Quelle lotte sono sfociate in due sedi regionali ( di Consiglio e Giunta). L’Aquila è a tutti gli effetti il capoluogo ma è sostanzialmente il luogo istituzionale, di rappresentanza.
Il libro si chiudo con il ricordo del viaggio tra le macerie del terremoto del 2009 “L’Aquila è deserta, morta…..Cosa accadrà dell’Aquila?Cosa si può fare per L’Aquila?E’ uno strazio cedere L’Aquila in quelle condizioni”.
Un libro di emozioni, di chi quel momento e quegli anni li ha vissuti con tutto il cuore oltre che con la “ragione “ politica. Lo ringrazio per avermi fatto rivivere una parte di storia. Lo ringrazio per aver riportato alla mente uomini e donne di una politica che sembra difficile rintracciare in quelli di oggi.