Lettura della settimana: Dentro la giustizia

“Era il 15 giugno del 1998,un sabato,tarda mattinata. Faceva già caldo,a Napoli,e la piscina del parco dove ancora abita mia madre mi sembrava il posto giusto per passare un paio d’ore. Non sapevo che da lì a poco una telefonata avrebbe cambiato in modo radicale i successivi anni della mia vita professionale”
Inizia così “Dentro la giustizia” il libro racconto di Raffaello Magi,il giudice del processo Spartacus il più grande atto di accusa alla camorra.
Inizia in modo semplice, diretto, sensibile come è la persona che lo ha scritto. Un giudice attento che si è trovato a scrivere le motivazioni di quella sentenza. Un giudice che raccontandoci gli ultimi venti anni della sua storia ci racconta anche la sua vita personale, i suoi sentimenti. Tutto con serenità e tranquillità anche quando descrive fatti, personaggi che di tranquillo e sereno nulla hanno.
Chi volesse veramente conoscere i casalesi e cosa è il processo Spartacus deve leggere questo libro. 140 pagine che si bevono come un bicchiere d’acqua. Che ti dicono chi è Sandokan e cosa è successo nell’agro aversano negli anni 80. Quali le faide, quali gli sconfitti e quali i vincitori. Cosa è Casal di Principe e ci entriamo con il racconto della ricostruzione di un omicidio, quello di Vincenzo de falco, ucciso il 2 febbraio del 1991. Nel 2003 per necessità processuali viene ricostruita la scena del delitto e Magi scrive “…Quando senti parlare di quei paesi, le prime volte,immagini una periferia del mondo….Nulla di più sbagliato. Già il tratto di strada che ci portò sul posto aveva espresso le contraddizioni tipiche di quella zona.Dopo la stupenda- e dimenticata. Reggia di Carditello si attraversa,a poche centinaia di metri, il bordo di una enorme discarica e vedi l’affollamento irragionevole di rifiuti e di gabbiani. E già lì pensi che ipotizzare un futuro,per queste terre è davvero difficile”.
Una scrittura agile per un argomento spinoso e complesso come la camorra e quella camorra: quella dei Bardellino, degli Schiavone, dei Zagaria. Dei gruppi di potere e di fuoco che in quegli anni, e anche per molto tempo ancora, hanno gestito l’area aversana.
Ma in questo libro riesce ad entrare, con pudore, anche la vita privata del magistrato dall’incontro con la sua attuale compagna, alla delicatezza e sensibilità di alcuni suoi colleghi, alla gestione della sua vita da “scortato”. Ed è significativo leggere il nome della sua “tutela”, come viene definita tecnicamente. Riesci a sentire, leggendo quelle righe, che loro sono veramente parte della sua vita.
Questo libro è anche una lezione di stile e di etica “Raccontare può servire……è uno specchio, in fondo, perché può riflettere il proprio pensiero, incrociare una riflessione, stimolare una curiosità….Sono una ruota di un ingranaggio che spesso gira a vuoto e che con grande fatica arriva a dei risultati di verità”.
Raffaello Magi pensa e agisce secondo un’etica precisa, che potrebbe appartenere a tutti noi e migliorerebbe questo mondo e cioè “non accontentarci di poter coltivare il nostro piccolo orticello familiare voltando il capo dall’altra parte”.