A San Ferdinando dove è morta Becky Moses, 26 anni, giovane nigeriana morta il 27 gennaio 2018, bruciata viva nella sua tenda.
Qui vivono circa 1000 migranti. A fianco la nuova tendopoli con le tende del Ministero dell’Interno, docce, lavandini…sempre situazioni provvisorie comunque per un problema che è presente da decenni.
Khadim, uno degli abitanti di questo luogo, mi ha detto che una cassetta di arance vale 0,50 centesimi.
Nel campo ci sono la Chiesa e la Moschea, piccoli negozi e mercatini improvvisati. Fino a poco tempo fa non c’erano donne oggi sono circa una quarantina. Una decina le etnie ospitate. Chi è qui ha il permesso di soggiorno, molti di loro, finito il raccolto, si trasferiscono, molti decidono di rimanere perchè “meglio San Ferdinando che Saluzzo” (dove, pare le condizioni, siano peggiori).
A Riace, dove Becky Moses ha vissuto fino a dicembre 2017. Il ricordo di lei attraverso del sindaco Mimmo Lucano: “Era venuta a chiedermi la carta d’identità perché le era scaduta”. Il calvario di Becky dalla Nigeria all’Italia per una nuova vita. I due anni passati a Riace in questa piccola comunità diventa esempio di accoglienza, citata da Forbes e set del mini film di WimWenders “Il volo”. Il ritorno alla clandestinità e soprattutto il ritorno alla prostituzione fino alla morte tra la fiamme .
Una vita fatta di soprusi come quelli della giuovane Ester, che adesso vive nella comunità di Drosi. Oggi ha 19 anni ma ha soli 15 è stata violentata e “messa sulla strada”. Adesso vuole solo studiare.
Il senso di questi luoghi sono nel volto della maestra di Riace accompagnata da uno dei suoi giovani alunni, un bimbo nigeriano di circa 9 anni. Seduti uno accanto all’altro.
Cosa può essere il futuro di questa terra è in questi volti che pur nelle difficoltà dell’uno e dell’altro hanno trovato il modo di stare insieme.