Forze dell’ordine a secco

Questa mattina, davanti a Palazzo Chigi e nel pomeriggio davanti al Senato, un gruppo di sigle, dal SIULP, UGL, SAP CISL, che rappresentano le Forze dell’Ordine, hanno manifestato contro i tagli al settore, circa 60 milioni di euro, esprimendo il loro disagio e la loro preoccupazione.

La manifestazione di sabato è ancora viva. Le polemiche e i problemi che ha posto. Nel pomeriggio il Ministro Roberto Maroni ne riferisce in Senato. “Non bastano i ringraziamenti di questo Governo per il lavoro svolto”, afferma il Co.ce.r. E ancora più strano suona il fatto che se da una parte si taglia dall’altro si stanziano i fondi per la festa delle Forze Armate del 4 novembre.

Si ha quasi l’impressone di figli e figliastri. C’è chi scende in piazza a chiedere un aiuto per acquistare la benzina per quelle macchine che dovrebbero girare e sorvegliare le nostre città mentre lo Stato li lascia a piedi -i sindacati di polizia hanno organizzato una simbolica raccolta fondi, “stiamo chiedendo l’elemosina ai cittadini per poter rifornire le nostre macchine” spiega Gianluca Guerrisi, Segretario Provinciale di Consap Roma- dall’altra parte ci sono le foto ricordo da mostrare quasi come un trofeo. Il Governo della forma più che della sostanza. D’altra parte il Capo della Polizia, Prefetto Antonio Manganelli, ha detto che “la politica è stata sostituita dalla polizia”.
Non ci sono neanche i soldi per cambiare gli scudi e comprare la benzina per le volanti” denunciano i poliziotti. “I nostri stipendi sono esigui e poi ci sono persone troppo anziane che non hanno la forza del ventenne che veniva reclutato fino a qualche tempo fa”. L’insicurezza percepita si trasformerà presto nella certezza dell’insicurezza.

Altresì sorge spontanea la domanda se anche quanto accaduto sabato non sia figlio di una difficoltà delle forze dell’ordine. Un funzionario di polizia, presente sabato, parla di errori di gestione: troppe forze dinanzi ai palazzi. Ma forse, e comunque, servivano più uomini comunque e non solo, per esempio, una cinquantina alla fine di Via Labicana. Ma perché non averne di più? Forse perché gli organici già nel 2010 erano sotto di 17 mila unità. Forse perché c’è gente che va in pensione e non c’è un rinnovamento delle forze. Sempre perché non ci sono i soldi. E poi come chiedere gli straordinari se quelli di un anno fa non sono stati pagati?

Quattro miliardi di tagli in tre anni e mezzo al comparto sicurezza: sono queste le cifre che la dicono lunga sulle reali priorità di questo Governo, nonostante i proclami e la propaganda. Il Governo che più di ogni altro ha fatto della sicurezza la sua bandiera ideologica, che ha promesso di sconfiggere le mafie e che oggi fa la voce grossa contro gli autori delle violenze di Roma, in realtà ha assestato un colpo mortale alla capacità delle forze di polizia di contrastare efficacemente la criminalità con l’azione preventiva e repressiva. La mancanza di mezzi e strumenti a disposizione degli agenti e dei commissariati sta neutralizzando l’efficacia delle norme esistenti. Per queste ragioni siamo al fianco della protesta delle forze di polizia: più risposte e meno propaganda per chi compie il proprio dovere con grande dedizione e grandi rischi. Altrimenti, le lacrime di coccodrillo e le leggi speciali non servono a niente e a nessuno”. Questo dice Pina Picierno, parlamentare del PD.

Intanto Maroni al Senato riferisce sugli scontri, parla di un popolo manifestante pacifico, promette nuove leggi. E Antonio Di Pietro ci riporta indietro con la legge Reale, quella degli anni di piombo, della morte di Giorgiana Masi e di tanti altri ragazzi di quella che fu la primavera del 77! Un ritorno indietro che va ben oltre Genova e il G8. Mentre Rosa Villecco Calipari, vicepresidente dei deputati del PD afferma che “non è di leggi speciali abbiamo bisogno, ma di risorse e intelligence perché le Forze dell’Ordine non siano lasciate disarmate di fronte alla richiesta e alle esigenze di sicurezza del Paese

Il Co.ce.r dei Carabinieri esprime la propria rabbia e la propria amarezza : “I Carabinieri sono stanchi di sottacere e di subire le imposizioni di un Governo che continua imperterrito a penalizzarli economicamente per giustificare i propri sprechi (auto blu con scorta, autisti/maggiordomi, segretari, vigilanze, etc) e che continua a chieder loro sacrifici economici senza la minima idea di una riforma sostanziale e strutturale che possa garantire certi margini di miglioramento nel breve, medio o lungo periodo. Senza veli di retorica e senza polemiche, oggi abbiamo un dato di fatto oggettivo: la sicurezza per l’italiano è gravemente compromessa . Garantire sicurezza, per i Carabinieri vuol dire lavorare gratis, per i nostri amabili parlamentari vuol dire aumento di servizi di esclusiva utilità gratuiti perché pagati con i sacrifici dei cittadini tutti e con i tagli ai servitori dello Stato garanti dell’ordine e della sicurezza pubblica . La Giustizia Sociale è l’imperativo categorico di un Paese civile. Ma qui di civile non è rimasto proprio nulla. Siamo nel pieno ciclone alimentato da una classe politica che pensa più che a salvaguardare, ad aumentare i propri privilegi. Qualcuno spieghi al Presidente del Consiglio il significato dei sacrifici che il Carabiniere pone in essere per garantire la giustizia sociale ed i diritti del cittadino. I Carabinieri rimandano al Governo le belle parole ed i ringraziamenti ipocriti”.

Lo Stato sta perdendo i suoi pezzi, quelli a cui i cittadini affidano la propria sicurezza. A qualcuno, in mezzo alle manifestazioni delle Forze dell’Ordine viene in mente Indro Montanelli: “Esiste una borghesia codarda che pretende di appaltare alle Forze dell’Ordine il compito di farsi sputacchiare, pestare e ammazzare per tenere a riparo se stessa. E non vuole nemmeno pagargli uno stipendio decente”.

 (pubblicato su www.malitalia.it e su www.lindro.it)