Lettura della settimana: Controvento

“A cinque anni Antonio già pascolava le vacche. Erano una decina, le chiamava per nome. I soliti nomi che i contadini danno alle mucche:Carolina,Fistina, Rubina”.
Inizia così, quasi un inno ai contadini, il nuovo libro di Antonello Caporale.

Controvento il titolo di un amaro e commosso racconta di un’Italia sconosciuta ai più. Quella vera, senza luci dei riflettori e che scopri solo se ci vai in quei posti. Solo se hai la voglia di scoprirla.
E Antonello Caporale lo fa anche perché questo viaggio si trasformi in un’inchiesta sul business dell’eolico in Italia.
Un paese ricco di sole e di vento e che potrebbe sfruttare queste risorse “con il vento potevamo fare lo scatto successivo. Raggiungere l’autosufficienza. Autoprodurre. E l’avevo detto, e scritto. Più ricchezza per tutti, energia gratis……L’eolico rende?e allora facciamocelo da noi…a parole tutti annuivano”. Così racconta l’ex sindaco di Falerna, nella piana di Lamezia Terme.
Dal Molise, al Salento,alla Calabria, alla Sicilia il racconto di chi si batte e chi si adegua al nuovo business nel quale hanno investito i mafiosi. Il pacchetto-vento, ci racconta l’autore, di vende alla burocrazia. E nasce anche la figura del developer ( lo sviluppatore). Chi si occupa di tutte le relazioni, delle connessioni. Un faccendiere. Un po’ come, in Gomorra, c’era chi piazzava i luoghi dello smaltimento alle aziende del Nord. E anche nel racconto di Caporale si evince che aziende pulite e irreprensibili del Nord si sono ritrovate, per esempio, in una grande operazione, “Eolo”, proprio sul “traffico” del vento. Implicati imprenditori e mafiosi. Il vento “è un affarone”.
Tutto questo raccontato con le voci, i volti delle persone che vivono questa nostra Italia. E il libro ci parla anche del sole, l’altro grande bene che noi abbiamo. E di come spesso il proprio egoismo, la coltivazione del proprio orticello sia sempre davanti il bene comune. Ma anche spesso la pigrizia o anche l’ignoranza non aiutano.
Il libro ci spiega bene il meccanismo che ha permesso di “espropriare” per pubblica utilità in favore dei privati.
E ci restituisce anche un’Italia dal sapore vero. Gente comune che fa il proprio lavoro con passione, che crede nelle proprie battaglie. In questo libro ci sono le persone umili e i più fortunati. Insomma ci siamo noi, i nostri parenti e anche la nostra indifferenza, spesso, a quello che ci succede intorno.