Lettura della settimana: Kajal

Un’inviata di guerra, ma non solo. I ricordi di incontri e luoghi, di emozioni che non dimenticherai per tutta la vita. La passione per un mestiere che ti fa entrare in contatto con il mondo, che ti fa conoscere i lati oscuri delle persone, le loro paure. E il valore di una vita. Cosa si fa per non morire, anche raccontare le atrocità commesse come Jasem, spia, delatore che ha fatto della paura il suo mestiere nella Bagdad di Saddam Hussein e dei suoi figli. “If you want I can tell you interesting stories”. Ecco così si negozia la propria vita.Il bisogno di fuggire, la necessità di avere soldi. Si racconta tutto e si è disposti a tutto. In quel momento il giornalista sa che ha poco tempo per capire se c’è veramente una storia o se è un bluff. Questo mentre intorno piovono granate o qualcuno salta in aria.
L’inviato di guerra è adrenalina alla stato puro ma ti permette anche, se non ne diventi schiavo, di valutare ciò che è veramente importante nella vita. Quali sono gli affetti e i valori sostanziali per te.
Il libro di Maria Cuffaro, inviata del Tg 3 , è un percorso a più binari che ci porta a Nassirya, a Tigrit, Falluja ma anche in India e Sicilia. Due luoghi parte integrante della vita di Maria. I luoghi dei suoi genitori, E così conosciamo la sua famiglia con una sincerità disarmante.
Ma il libro ci porta tra le prostitute o tra gli zingari che chiedono l’elemosina. Maria si traveste entra nelle loro vite, le vive per raccontarle.Insomma ci trascina in mondi diversi e lo fa attraverso l’entusiasmo e le paure di una giornalista che sembra scoprire questi mondi quasi con gli occhi di una bambina. La fame di conoscenza è tanta come la voglia di capire e di poterlo raccontare. La rabbia perché l’operatore non ha ripreso una scena “bambini che ballano intorno ad un cadavere” su una spiaggia in Perù. E la riflessione subitanea che ci vogliono telecamera e penna per narrare un evento, un luogo, una sensazione. Che da soli si fa poco.
E il racconto di chi arriva a Benares per aspettare la morte. Perchè morire lì vuol dire non doversi reincarnare.
Ma sopra ogni cosa, ogni racconto, ogni storia, ogni paura c’è Lorenzo figlio amatissimo. Maria porta con sé, nello zaino, un suo disegno che stringe forte sotto i bombardamenti. Lorenzo che ha paura che la sua mamma muoia. Lorenzo che la aspetta quando è in giro per il mondo.La sua ancora con la realtà